Luciano Marconi, nato a Trento e laureato in filosofia a Padova, emigra in Ticino nel 1953, dedicandosi per un ventennio all’insegnamento delle materie letterarie nei Ginnasi.
Nel 1973 lavora come giornalista alla Radio, occupandosi di documentari e di programmi culturali.
Scrive poesie in italiano e in dialetto trentino pubblicando due raccolte: 'Salvanel' (1983) e 'Zoghi e Zighi' (Grafiche Artigianelli - Trento,1998)
In pensione dal 1989 continua la sua attività documentaristica e pubblica un libro di favole 'La casa d’aria' (Edizioni Casagrande, Bellinzona, 1994) cui segue nel 1995 una lunga favola in nove capitoli 'Homunculus albus', Edizioni Ulivo - Balerna, nel 1996 e nel 1997 due raccolte di racconti 'La donna ragno' e 'Lui', Edizioni Ulivo - Balerna.
Nel 1999 una raccolta di poesie in italiano dal titolo 'Serpente d’acqua', Edizioni Ulivo - Balerna. Anna Felder nella prefazione scrive:
La fame dell’acqua prima ancora di chi ha fame.
La fame saziata prima ancora di esser fame.
In assenza di tempo.
È l’avvio delle folgoranti poesie di Luciano Marconi; anzi il preavvìo, considerato che ad apertura di pagina, prima ancora della pagina bianca, prima ancora della folgore che squarcia, che illumina, che distrugge e testimonia, la notte in un indistinto tempo imperfetto del primo componimento, ululava e tu c’eri non manifestata non corporale con la pura fame dell’acqua. Tu: e dunque io in esistenziale premessa, in fatale scambio-confronto che nel percorso di tutta la poetica porterà gli opposti a cercarsi e divorarsi in morso e morsa maschile e femminile, in fame appunto eternamente insaziabi-le ed eternamente saziata.
Da questo prenatale inizio, le altre ventotto poesie con due sole eccezioni testimoniano necessariamen-te al presente hic et nunc i segni, i segnali istantanei, icastici della folgore: presentissimi e subito assenti.
Nel 2002 una terza silloge in dialetto trentino 'Chi e adèss' (Qui e adesso) e un volume di favole: 'Il fiore del desiderio', Edizioni Ulivo - Balerna 2001.
Nel 2004 pubblica il volume di favole: 'L'uomo dal berretto di sole' (EdizioniUlivo - Balerna). Lorenzo Pezzoli - psicologo, nella prefazione, scrive:
... Voci di verità nascoste che accompagnano la storia dell’uomo, i protagonisti della narrativa favolistica emergono dai testi risvegliati da autori come Luciano Marconi che li evocano dalle regioni dell’inconscio collettivo. La fiaba, la storia fantastica, sono come il violino senza corde acquistato dalla regina da un misterioso venditore di cui ci parla l’autore di questa silloge. Perché emetta una melodia occorre che le corde vibranti siano quelle della fantasia; non è sufficiente il violino, ci vogliono delle corde speciali, invisibili agli occhi, tese solo dal desiderio di ascoltarne il suono. Le storie della raccolta accompagnano il lettore in un mondo misterioso, fatto di omini capaci di catturare la luna, di inventare le nuvole o di Filadritti che chiamano la bella principessa oramai divenuta rupe silenziosa per un inganno della maga. Il mistero abita gli intrecci di queste vicende, di ogni storia; quel mistero che lo scrittore G. K. Chesterton intravedeva come elemento chiave della salute psichica. Accogliere il mistero è una delle grandi possibilità che l’uomo si da per rimanere sano. Per fare questo, occorre che tenga un piede sulla terra e uno nel mondo delle fate; solo con l’aiuto di ciò che non capisce, sosteneva il grande scrittore inglese nel 1905, l’uomo può capire ogni cosa. Certo, una sfida al razionalismo sterile di chi fatica a trovare, anche in un racconto, qualcosa di molto utile e prezioso per la vita quotidiana. |