I dieci racconti di cui il libro si compone sono altrettanti modi per ritornare sul passato, la scoperta del quale suscita nel lettore una felice e crescente complicità. Certamente anche perché dietro i racconti c’è il dato autobiografico, riscattato da una scrittura pulita, essenziale e apparentemente disadorna, che sembra fatta apposta per potenziare il valore evocativo della parola. Una scrittura che, anche laddove appare più elaborata, – si veda per esempio l’incipit del racconto La merenda, – è più votata a descrivere che ad approfondire, chiamata a ricostruire i fatti nella loro obiettività grazie anche al racconto in terza persona.
Scenario del libro la famiglia meridionale, vasta e composita: ricca di nonne e zie, cugini e cugine.
Dieci racconti, e cioè dieci interni di famiglia napoletana, per rievocare le epifanie della crescita di una bambina che cambia nome e aspetto a ogni racconto, ma che diventa sempre più paradigmatica, senza nulla perdere della sua autenticità.
Tre le scoperte fondamentali della bambina il nascere e il morire, le mestruazioni e la sessualità vissuta nei suoi aspetti propedeutici – e quindi in forma di gioco – e ciononostante gravata dai sensi di colpa, che è un dato sociologico prima ancora che geografico.
C’è molta ingenuità tutta infantile e fresca nel libro. Ci sono curiosità legittime e salvifiche bugie; c’è – soprattutto – tanto amore, inteso come affetto, che fa da collante alla materia del raccontare.
C’è, per finire, una succulenta napoletanità che si manifesta nei nomi delle protagoniste, in certi passaggi dialogici e in alcune espressioni idiomatiche.
Per non dire del calore delle estati meridionali, che trova la sua più completa espressione nella “controra”, il momento del riposo pomeridiano obbligato cui si arrendono paesi e città dell’Italia del sud come per difendersi dalla vanagloria del sole. Quello stesso sole che troviamo nelle pagine conclusive di 'Star di casa' di Patrizia Ramondino, non a caso grande interprete della cultura napoletana.
Dalla postfazione di Claudio Origoni
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