Questa valle ha ritrovato oggi nel Ciclo di Ayas la sua poesia nella voce appassionata di un bimbo timido come i silenzi, che, alla presenza evocata del padre, nume tutelare dei ricordi di innumerevoli estati villeggiate in quella dolente e grata ferita della terra che accoglie i suoi più bei brandelli di vita, fa rivivere attraverso il filtro magico della poesia momenti e persone, rimaste come segni di cose mute e ferite insanate, uomini buoni e semplici come l’acqua / e il pane che si mangiava.
Marco Gal
dalla prefazione |