L’era contadina, che ormai si è conclusa da diversi decenni, alla luce delle trasformazioni sociali e dell’avvento della globalizzazione, è stata erede e veicolo di usanze e credenze che affondano le loro radici in antichi miti e che in parte si sono sedimentate nelle fiabe. L’arte di raccontare fiabe è antica quanto il mondo e le storie volano di bocca in bocca da millenni, da molto tempo prima che l’uomo inventasse la scrittura. Purtroppo, col tempo, le fiabe hanno subito un processo di destoricizzazione che le ha relegate nella cosiddetta letteratura per l’infanzia, sottraendole al loro vero ruolo culturale e sociale. Ma chi ha diffuso le fiabe che ancor oggi conosciamo? Dagli aedi dell’antica Grecia, ai bardi delle corti medievali, ai cantastorie professionisti, all’esercito dei girovaghi, nomadi, migranti e
lavoratori stagionali: sono numerose le tipologie di narratori che nei secoli hanno tramandato storie note e meno note, arricchendole ciascuno con la propria fantasia e il proprio talento.
Questo libro contiene la trascrizione in dialetto di una serie di fiabe della narratrice di Brusino Arsizio Jolanda Bianchi Poli (1921-2011). |