La rivelazione della poesia
Ho scoperto il piacere di trasferire su carta le riflessioni del mio rapporto con il silenzio in seguito alla maturazione di un processo evolutivo che mi ha portato a riflettere e meditare.
In passato, quando esso (il silenzio) si prolungava, avvertivo un senso di disorientamento, d'inquietudine e di timore che, talvolta, conducevano il mio stato d'animo sulla soglia della solitudine e, quindi, lo respingevo.
Nel corso della mia esistenza, gli eventi e le scelte mi hanno, poi, costretto a conciliarmi con una realtà in cui la presenza del silenzio era inevitabile e, seppur lentamente, ho scoperto che contribuiva a stimolare l'immaginazione e a favorire ... lo sguardo all'indietro.
In seguito mi è diventato amico ed anche una preziosa fonte d’ispirazione in un mondo finora a me sconosciuto, quello della scrittura.
Mi sono ritrovato così con i pensieri che rimbalzavano, si perdevano, ritornavano e si riproducevano. Ho iniziato a scrivere per ordinarli ed è stato piacevole giocare con loro, con le parole, con le pause e le cancellature; mi confrontavo in silenzio con i miei limiti.
Ho cercato più che la descrizione, la sintesi, l'immediatezza e, forse, la poesia. Qualcuno ha affermato che lo scrivere ti consente di scoprire ciò che non avresti mai conosciuto di te stesso: nel mio caso, niente di più vero.
Il silenzio è stato per me, come direbbe un chimico, il ‘catalizzatore’ che ha sollecitato il mio animo e mi ha indotto a prendere carta e penna
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