Gocce è per lo più un insieme di piccole prose: di messaggi in bottiglia. Un precipitato di parole frutto di viaggi concreti ma anche fantastici che si sviluppa per associazione di idee o per espansione; non è un caso che la congiunzione più frequente a livello sintattico sia la “e”.
Di fatto, questi messaggi in bottiglia pescano soprattutto dentro la memoria e vanno dal passato al presente e viceversa. Interessano la famiglia e la società, l’intimo e il pubblico, l’affettivo e il razionale, e sono sostenuti da una vis comica più che gradevole (che è un po’ la cifra stilistica dell’autore).
Scritte per essere interpretate – Ferruccio Cainero, come si sa, è attore, regista e autore di teatro –, alcune di queste prose riproducono le tipologie del testo orale; come tali sembrerebbero rispondere più a un’urgenza drammatica che non a preoccupazioni di ordine estetico-letterario. Ma, a riscattarne la forma – ammesso che ce ne sia bisogno –, ci pensa l’intelligenza dell’autore. |