CLASSICI E DIALETTO

Remo Beretta - Giovanni Orelli

2008

80 pp.

I gatti bianchi

25.00 Fr./00.00 €
 
Questo libro, con traduzioni di Remo Beretta e di Giovanni Orelli in loro parlar materno da autori vari, poggia su due pietre angolari nel lavoro letterario: l’impiego del dialetto e la pratica del tradurre. In tema di dialetto e di traduzione si possono scrivere, e sono state scritte, pagine tantissime.

Raccolta di traslazioni da testi letterari antichi e moderni, prevalentemente poetici, in due dialetti dell’alto Ticino. Opera a due voci creatasi sull’arco di diversi anni. Gli scritti che la compongono, già parzialmente pubblicati in una raccolta della collana 10x10 di „alla chiara fonte“ di Mauro Valsangiacomo per Giovanni Orelli (GO), e in pagine del „Cantonetto“ di Mario Agliati per Remo Beretta (RB), dotati di caratteristiche specifiche a ciascuno degli scriventi, sono stati accostati dai due autori a posteriori, per evidenti parallelismi e correlazioni, su iniziativa di Giovanni Orelli. Luogo d’incontro, il libro.

Due autori e due relative sezioni del libro. Ispirazione e punto di partenza per entrambi, nonché oggetto dell’operazione del tradurre, testi classici ─ovvero di prim’ordine, non ignorabili, da tenersi a modello─ di diverse letterature. Originali: di Orazio, S. Ambrogio, Anonimo dai Memoriali bolognesi, Guido Cavalcanti, François Villon, Dylan Thomas nella seconda sezione; di Leopardi, Gogol, William Blake, Samuel Beckett, Tonino Guerra, Albino Pierro, ecc. nella prima sezione; e di Emily Dickinson, presente, quest’ultima, nelle due parti del libro. La prima sezione, firmata da RB, con traduzioni in lingua materna, in „parlare“ di Leontica (valle del Brenno), di una parte dei classici, antichi e meno, affrontati nel libro, più un’appendice con traduzioni nello stesso „parlare“ da testi di autori indigeni, e con tre brani in prosa dell’autore concepiti direttamente nel „parlare“. La seconda sezione del libro, firmata da GO, comprende traslazioni in dialetto di alta Leventina, il "betullese" della val "Bedreto" ("Bedoleto"), „oggi, maldestramente, Bedretto“ (GO), da classici antichi e moderni, nonché una parte per Emily Dickinson, più un’appendice con tre componimenti propri in versi composti in dialetto di "Bedreto". A uso del lettore i testi in dialetto sono corredati da una versione letterale in lingua italiana. Riguardo alla cura di aspetti specifici ai dialetti, gli autori ringraziano in apertura di libro i linguisti Johannes Galfetti e Stefano Vassere per la sezione „leventinese“, e Fernando Beretta, che ha curato direttamente la grafia della seconda parte dei testi „bleniesi“.

Le tematiche di Classici e dialetto sono universali: vita-morte, il tempo che passa, la memoria, sogni, attese, amori, affetti, la bellezza, la natura, le stagioni, ombra e sole, se stessi, il destino ─ non assenti, particolarmente per quanto riguarda la parte del libro a firma GO, l’ironia e il divertimento da alcuni dei componimenti.

E tematiche esistenziali nei testi dei due autori, in appendice. Due citazioni: nel componimento „Indúa“ di GO, la donna cosciente del non fatto dice che le resta solo da essere gettata nel torrente („bütím in u rí“); in „Véigh lì ra tésta“ di RB: „Anga s'a s pò pròpia mìnga savé quá ch’a sèm e quá ca l è l mund“.

All’universalità delle tematiche dei testi classici di partenza fa riscontro l‘operazione di scavo e sperimentazione volta alla traslazione in dialetto dell’alto Ticino, atavico, remoto, originario, non contaminato da processi omogeneizzanti, a forte pregnanza espressiva.

Senza dimenticare l’attenzione a suono e ritmo. "Un 'parlare' vero, 'sens' e 'sonorité du mot' inscindibili, come si apprende dalla 'Postface' di Madeleine Santschi alla sua traduzione di CURTELLE A LU SOUE di Pierro" (RB). Una citazione da GO: ad esempio, "Orazio è stato voltato in dialetto perché il traduttore voleva vedere come il poeta latino lavorava metricamente". Vedi anche le osservazioni di Manuela Camponovo nella sua recensione (Giornale del Popolo, 6 settembre 2008).

In sostanza, il libro „poggia su due pietre angolari nel lavoro letterario: l’impiego del dialetto e la pratica del tradurre.“ (GO, nell’introduzione al libro stesso).

Alla sensibilità del lettore percepire come il dialetto "betullese" e quello "bleniese" tengano il passo della prosa e della poesia "in lingua".

Beatrice Beretta

 

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