[…]I muri della “casa rosa” non celano al proprio interno, arcane nostalgie o disperati rimpianti: quanto piuttosto i brividi del passato, le fantasie quasi oniriche del fanciullino, e poi i sensi del fanciullo, e quindi i languori del ragazzo che (quando la materia diventa mater ria) sfociano nelle tentazioni del “diavolino dalla testa rossa” e nei godimenti delle sue esplorazioni. Sarà poi l’urlo liberatorio (il “grido immenso”) mandato a scuola che, coincidendo con la coscienza della fine della vera libertà, dei diritti dell’istinto, dei giochi selvaggi, segnerà la fine di un’epoca breve ma intensa e l’avvio di una vita tutta nuova. Alle attrazioni, alle inquietudini sorde, alle paure, una volta che il
fanciullo è uscito dall’uovo, faranno seguito le delusioni: “la vita, fuori dalla casa dalle pareti rosa, è piena di insidie e di cannibali, che se non si sta attenti ti fanno fuori per il loro puro piacere”.
dalla prefazione di Renato Martinoni
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